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Pagina:Svevo - Senilità, 1927.djvu/137

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VIII.

Il Balli s’era proposto di curare definitivamente l’amico. La sera stessa venne ad assistere alla cena di Emilio. Incominciò col non mostrare alcuna fretta di conoscere l’avvenuto e soltanto una volta che Amalia s’allontanò, chiese, continuando a fumare e guardando il soffitto: — Le hai fatto capire con chi aveva a fare?

Emilio disse di sì con qualche vanteria, ma poi sarebbe stato imbarazzato di dire anche una sola altra parola su quel tono.

Amalia ritornò molto presto. Raccontò della disputa che aveva avuta col fratello a mezzodì. Disse ch’era un grave torto di dar colpa ad una donna che il pranzo non fosse pronto. Dipendeva dalla forza del fuoco, e nelle cucine il termometro non era stato ancora introdotto. — Del resto — aggiunse sorridendo affettuosamente al fratello — non c’è da fargliene carico. Era venuto a casa di tale umore che se non avesse trovato uno sfogo gli avrebbe fatto male.

Non parve che il Balli volesse mettere in relazione il malumore di cui gli si parlava, con gli avvenimenti della sera prima. — Anch’io oggi ero di