Vai al contenuto

Pagina:Panzini - Trionfi di donna.djvu/66

Da Wikisource.
Versione del 18 mar 2022 alle 14:12 di CandalBot2 (discussione | contributi) (Bot: fix wrong div in footer)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
62 i trionfi di eva

all’Università che ho detto proprio a me stessa: «Io vado da lui! Sarà quel che sarà!»

Leo sorrise.

E Regina proseguì:

— Lei, ieri, alla sua lezione...

— Lei perde il tempo a venire alle mie lezioni? — si credette in dovere di chiedere Leo — ma questo è un onore!

Non sapea perchè, ma a Leo, l’austero, veniva la voglia di prenderla in giro, la penna d’airone.

— Non le faccio elogi — proseguì ancora Regina — perchè non è più mia abitudine fare complimenti agli uomini. Ma devo dire che lei parla molto bene: giuste quelle cose dette ieri! Io che la credevo un demolitore arrabbiato, un partigiano, un giacobino feroce mi sono dovuta ricredere: già, demolire è facile, demoliamo pure: ma si tratta anche di formare delle nuove coscienze, e non di parata, ma di sostanza. Allora sì il nuovo edificio sociale sarà fondato sulla pietra e non sulle mobili arene. Lei ha detto così à peu près? non è vero? Io, però, non ci credo niente, perchè oramai io sono completamente scettica: cattolici e socialisti, monarchici e anarchici tutti uguali, tutti fatti a sembianza d’un solo, tutti figli d’un solo egoista..., ma mi sono commossa.

Poi m’han detto che lei è tutto di casa coll’onorevole X*** e allora mi sono decisa, ed eccomi qui!