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il trionfo della penna d’airone 61


L’onorevole X***, professore di Università, uomo politico di primo ordine, uno di quei personaggi che col trionfo dei partiti popolari era divenuto arbitro del governo e della città, aveva preso a ben volere Leo: infine lo aveva imposto. Lui, l’onorevole, occupatissimo di politica, più di due o tre lezioni all’anno non poteva fare: le altre le faceva Leo. Sono colpi di fortuna, o calci nel sedere, come dice l’invido vulgo, che capitano qualche volta: se non capitano, anche con tutto l’ingegno e lo studio di Leo si rischia di rimanere coi calzoni corti e con la cena di pane e formaggio per molto tempo, anche battendo la corrente democratica, anche credendo nei nuovi apostoli, Carlo Marx, Haeckel, ecc., ecc.

***


Un giorno Regina bussò all’uscio di Leo.

La sorpresa che si dipinse sul volto di Leo fu tanta che la penna d’airone non ebbe il coraggio di venire avanti e si fermò sulla soglia.

— Già vedo bene che lei mi dà della seccatura — disse la proprietaria della penna d’airone — e può darsi, ma lei ha parlato così bene ieri