Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi

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Alla figlia di Francesco Crispi

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Alla figlia di Francesco Crispi
A Scandiano Alla città di Ferrara
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ALLA FIGLIA DI FRANCESCO CRISPI

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     Ma non sotto la stridula
Procella d’onte che non fûr piú mai,
Ma non, sicana vergine,
4Tu la splendida fronte abbasserai.
     Pria che su rosea traccia
Amor ti chiami, innalza, o bella figlia,
Innalza al padre in faccia
8Gli occhi sereni e le stellanti ciglia.

     Ei nel dolce monile
De le tue braccia al bianco capo intorno
Scordi il momento vile
12E de la patria il tenebroso giorno.
     Ne l’amoroso e pio folgoreggiare
De gli occhi in lui levati
L’ampio riso rivegga ei del suo mare
16Ne’ dí pieni di fati;

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     Quando, novello Procida,
E piú vero e migliore1, innanzi e indietro
Arava ei l’onda sicula;
20Silenzio intorno, a lui su ’l capo il tetro
     De le borbonie scuri
Balenar ne i crepuscoli fiammanti;
In cuore i dí futuri,
24Garibaldi e l’Italia: avanti, avanti!

     O isola del sole,
O isola d’eroi madre, Sicilia,
Fausta accogli la prole
28Di lui che la tirannica vigilia
     T’accorciò. Seco venga a’ lidi tuoi
Fe’ d’opre alte e leggiadre,
O isola del sole, o tu d’eroi
32Sicilia antica madre.




Note

  1. [p. 1058 modifica]Nella copia che di mano dell’autore fu mandata alla sposa, onde la odicina fu riprodotta nel piú de’ giornali, la penna trascorse a scriver maggiore: quindi il lepido ripetío dei paperi: non bisogna invidiare ai paperi il verso a cui si riconoscono e si raccolgono. Del resto nel rispetto storico torna benissimo anche maggiore.