Favole (La Fontaine)/Libro sesto/I - Il Pastore e il Leone

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Libro sesto

I - Il Pastore e il Leone

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Jean de La Fontaine - Favole (1669)
Traduzione dal francese di Emilio De Marchi (XIX secolo)
Libro sesto

I - Il Pastore e il Leone
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Le favole non son soltanto favole,
ma quasi una moral sono ristretta.
Coloro che s’annoiano alla predica
ascoltan di buon cuor la barzelletta.

Contare per contar è cosa semplice,
ma al ben mirano quei, che in tutti i tempi
coltivaron quest’arte antica e classica
di raccontar aneddoti ed esempi.

Questi in poche parole il succo stringono
e diritti camminano allo scopo.
Fedro parve succinto ai vecchi critici,
ma ancor di lui più lesto è il vecchio Esopo.

Che dirò di quel Babria sì laconico,
che strinse in quattro versi i suoi racconti?
Se ciò sia bene o mal vedano i critici,
contentiamoci intanto dei confronti.

Al qual intento conterò del Frigio
la nota favoletta del Pastore,
e con qualche ricamo sottilissimo
quella che Babria fe’ sul Cacciatore.

Ritrovando ogni momento
qualche vuoto nell’armento,
un pastore sospettò
che vi fosse un lupo infame,
e un gran laccio nello strame
per pigliarlo collocò.

Quindi esclama: - A te il più bello,
o gran padre degli dèi,
e de’ miei
il più candido vitello
sull’altare io sgozzerò,
se mi fai che il reo quadrupede
resti preso nel tranello -.

Non avea quest’orazione
terminata, che un leone
grosso e forte
dalla grotta ecco sbucò.
Col pallore della morte
il pastor perdé la bussola
e il suo voto allor cangiò:

- Padre Giove, padre Giove,
se un vitello poco fa
t’ho promesso,
ti prometto adesso un bove -.

Voglion dir queste parole
che il mortale mai non sa,
ciò che vuole e che non vuole.


Il - Il Leone e il Cacciatore

Un certo tal, gran cacciator e appunto
gran vantator (racconta il vecchio Babria)
avea perduto un suo diletto cane.
Dubitando ch’ei fosse ito diritto
nella pancia a un leon, volea vendetta.
Un giorno chiese ad un pastor: - E dove
sen sta la mala bestia? io vo’ la coda
mozzarle. - Abita là sulla montagna, -
disse il pastor. - Ahimè! lo so pur troppo,
ché a patto solo di grassi tributi
posso al mio gregge assicurar la pace -.
Il Cacciator si volta. - Eccola lì
la mala bestia... - Oh Ciel! - scappa, Giovanni,
- O Giove, - ei grida, - a me mostra una porta
dov’io possa salvare almen la pelle -.

Alla lontana molti hanno coraggio
di sfidare i pericoli, che poi
scappan le gambe in spalla al buon momento.
Coraggioso è colui che regge a prova
e colla man tocca il cimento e vince.