La leggenda di Tristano/XXI

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XXI. — Ma se alcuno mi domanderae perché [T.] introe nella nave, io diroe che egli v’introe piú per intendimento di [p. 30 modifica] morire che di guerire. Ma molto è doloroso lo re Marco e tutti li suoi baroni dela partenza di T., e diciano tutti comunemente che se T. muore, Cornovaglia è distrutta. Ma T., lo quale è con Governale nela nave, andando per tutto lo die ch’è molto bello tempo; ma la notte vegnendo sí si comincioe una molto grande tempesta nel mare, e T. sí si lascia pur portare al tempo; ma grande temenza hanno di morte. E tanto istettero in mare e sostennero pene e dolore assai. E una notte si arivarono a terra, e Governale, vedendo la terra, disse a T.: «Noi siamo presso a uno castello molto bello e forte». E T. incominciò a ringraziare Iddio che l’avea messo a terra. E allora comanda a Governale che debia legare la nave ad altri legni che sono nel porto.