Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori (1568)/Dedica agli artisti

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Dedica agli artisti

Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori (1568)/Prima dedica Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori (1568)/Proemio IncludiIntestazione 23 gennaio 2010 50% Biografie

Prima dedica Proemio

AGLI ARTEFICI DEL DISEGNO GIORGIO VASARI

Eccellenti e carissimi Artefici miei. Egli è stata sempre tanta la delettazione, con l’utile e con l’onore insieme, che io ho cavato ne l’esercitarmi così come ho saputo in questa nobilissima arte, che non solamente ho avuto un desiderio ardente d’esaltarla e celebrarla, et in tutti i modi a me possibili onorarla, ma ancora sono stato affezzionatissimo a tutti quelli che di lei hanno preso il medesimo piacere e l’han saputa, con maggior felicità che forse non ho potuto io, esercitare; e di questo mio buono animo, e pieno di sincerissima affezzione mi pare anche fino a qui averne colto frutti corrispondenti, essendo stato da tutti voi amato et onorato sempre, et essendosi con incredibile non so s’io dico domestichezza o fratellanza conversato fra noi, avendo scambievolmente io a voi le cose mie, e voi a me mostrate le vostre, giovando l’uno a l’altro, ove l’occasioni si sono porte, e di consiglio e d’aiuto. Onde, e per questa amorevolezza, e molto più per la eccellente virtù vostra, e non meno ancora per questa mia inclinazione, per natura e per elezzione potentissima, m’è parso sempre essere obbligatissimo a giovarvi e servirvi, in tutti quei modi et in tutte quelle cose che io ho giudicato potervi arrecare o diletto o commodo. A questo fine mandai fuora l’anno 1550 le vite de’ nostri migliori e più famosi, mosso da una occasione in altro luogo accennata, et ancora (per dire il vero) da un generoso sdegno che tanta virtù fusse stata per tanto tempo et ancora restasse sepolta. Questa mia fatica non pare che sia stata punto ingrata, anzi in tanto accetta, che, oltre a quello che da molte parti me n’è venuto detto e scritto, d’un grandissimo numero che allora se ne stampò non se ne trova ai librai pure un volume. Onde, udendo io ogni giorno le richieste di molti amici, e conoscendo non meno i taciti desiderii di molti altri, mi sono di nuovo (ancor che nel mezzo d’importantissime imprese) rimesso alla medesima fatica; con disegno non solo d’aggiugnere questi che, essendo da quel tempo in qua passati a miglior vita, mi dànno occasione di scrivere largamente la vita loro; ma di sopplire ancora quel che in quella prima opera fussi mancato di perfezzione, avendo avuto spazio poi d’intendere molte cose meglio, e rivederne molte altre, non solo con il favore di questi illustrissimi miei signori, i quali servo, che sono il vero refugio e protezzione di tutte le virtù: ma con la comodità ancora che m’hanno data di ricercar di nuovo tutta l’Italia, e vedere et intendere molte cose, che prima non m’erano venute a notizia. Onde non tanto ho potuto correggere, quanto accrescere ancora tante cose, che molte vite si possono dire essere quasi rifatte di nuovo: come alcuna veramente delli antichi pure, che non ci era, si è di nuovo aggiunta. Né m’è parso fatica, con spesa e disagio grande, per maggiormente rinfrescare la memoria di quelli, che io tanto onoro, di ritrovare i ritratti, e mettergli innanzi alle vite loro. E per più contento di molti amici fuor dell’arte, ma all’arte affezzionatissimi, ho ridotto in un compendio la maggior parte dell’opere di quelli che ancor sono vivi e degni d’esser sempre per le loro virtù nominati; perché quel rispetto che altra volta mi ritenne a chi ben pensa non ci ha luogo, non mi si proponendo se non cose eccellenti e degne di lode. E potrà forse essere questo uno sprone, che ciascun seguiti d’operare eccellentemente, e d’avanzarsi sempre di bene in meglio; di sorte che chi scriverà il rimanente di questa istoria potrà farlo con più grandezza e maestà, avendo occasione di contare quelle più rare e più perfette opere, che di mano in mano dal desiderio di eternità incominciate e dallo studio di sì divini ingegni finite, vedrà per inanzi il mondo uscire delle vostre mani. Et i giovani che vengono dietro studiando, incitati dalla gloria (quando l’utile non avesse tanta forza), s’accenderanno per aventura dall’esempio a divenire eccellenti. E perché questa opera venga del tutto perfetta, né s’abbia a cercare fuora cosa alcuna, ci ho aggiunto gran parte delle opere de’ più celebrati artefici antichi, così greci come d’altre nazioni, la memoria de’ quali da Plinio e da altri scrittori è stata fino a’ tempi nostri conservata, che senza la penna loro sarebbono come molte altre sepolte in sempiterna oblivione. E ci potrà forse anche questa considerazione generalmente accrescer l’animo a virtuosamente operare, e vedendo la nobiltà e grandezza dell’arte nostra, e quanto sia stata sempre da tutte le nazioni, e particolarmente dai più nobili ingegni e signori più potenti e pregiata e premiata, spingerci ed infiammarci tutti a lasciare il mondo adorno d’opere spessissime per numero e per eccellenzia rarissime; onde abbellito da noi ci tenga in quel grado, che egli ha tenuto quei sempre maravigliosi e celebratissimi spiriti. Accettate dunque con animo grato queste mie fatiche, e qualunque le sieno, da me amorevolmente, per gloria dell’arte ed onor degli artefici, condotte al suo fine, e pigliatele per uno indizio e pegno certo dell’animo mio, di niuna altra cosa più desideroso, che della grandezza e della gloria vostra, della quale, essendo ancor io ricevuto da voi nella compagnia vostra (di che e voi ringrazio e per mio conto me ne compiaccio non poco) mi parrà sempre in un certo modo partecipare.