Rime (Guittone d'Arezzo)/Non sia dottoso alcun om, perch'eo guardi

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Non sia dottoso alcun om, perch'eo guardi

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Guittone d'Arezzo - Rime (XIII secolo)
Non sia dottoso alcun om, perch'eo guardi
Ahi, como ben del meo stato mi pare Com'eo più dico, più talento dire


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Com’egli cela l’oggetto del suo amore.


     Non sia dottoso alcun om, perch’eo guardi
a donna, unde li tegna gelosia,
che vista fo che di ciascuna embardi,
ma non però ch’eo la volesse a mia.
   5 Ché lei che m’ha feruto con soi dardi
non guardo mai, sí che parevel sie,
e solo perché d’essa om non se guardi
en tante parte amar fo semelia.
     Or dirá l’om: non ben se’ ti guardato:
 10 credendoti covrir, mostrat’hai via,
com’omo apprenda tuo segreto stato.
     Perch’eo dirò giá ben certo follia:
ch’eo mi sento ver ciò tanto sennato,
che qual più po, più me nocente sia.