Notizie storiche dell'antica chiesa di San Pier Forelli in Prato/Parte seconda/Dell'altar maggiore, e dei quattro altari lungo la chiesa

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Dell’altar maggiore, e dei quattro altari lungo la chiesa

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Parte seconda - Descrizione degli affreschi, e dei bassirilievi del pulpito Parte seconda - Epigrafe commemorativa della consacrazione della nuova chiesa di San Pier Forelli
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Dell’altar maggiore, e dei quattro

altari lungo la chiesa.


L’altar maggiore, posto nel centro della tribuna, e da ogni parte isolato, si eleva con giuste proporzioni sopra due scalini di marmo. Ha di marmo le cornici, la mensa, e le due colonnette che la mensa sostengono: le fasce e le formelle de’ gradini, come il dossale ov’è rappresentato il Sacrifizio d’Isacco, sono condotte a scagliola, che bellamente imita marmi di vario colore. Un marmoreo tempietto, di buona maniera, sorge sulla mensa, e serve di ciborio per custodire la santa Eucaristia: è nello sportellino di metallo dorato un bassorilievo, in cui nostro Signore si manifesta ai due Apostoli di Emaus nello spezzare del pane.

Dei due altari, che stanno di fronte nelle cappelle superiori, quello a sinistra è dedicato a San Pietro, e porta lo stemma de’ Pieri; poichè il consigliere Luigi di quella famiglia volle nella parrocchia della casa paterna lasciare un devoto ricordo, ricevendo quell’altare in padronato perpetuo. Il quadro è di mano del professore Antonio Marini, e rappresenta il Principe degli Apostoli quando ascolta dalla bocca del Redentore quelle parole: Pasci le mie pecore, pasci i miei agnelli. Pietro, inginocchiato dinanzi a Gesù, riceve umilmente l’alta missione alla presenza di alcuni Apostoli; e le simboliche pecorelle si vedono da una parte. Nell’altare che rimane a destra di chi cammina verso la tribuna sta il venerabile simulacro di Gesù Crocifisso, che per maggiore riverenza è da un velo coperto. Usò di questa imagine nelle sue fruttuose missioni il beato Leonardo da Porto Maurizio de’ Minori Riformati; i quali da Cosimo III ebbero nell’agosto del 1712 il nostro convento di San Francesco del Palco, già abitato dai Francescani [p. 47 modifica]Osservanti. Narra un biografo del beato1, che grandi contradizioni trovarono da principio quei religiosi; sicchè, «per cessare il malcontento, fu necessaria la parola del beato Leonardo, che era stato uno dei loro introduttori in Toscana. Venne egli al Palco nel maggio del 1713; scese in città il 21 del mese stesso, e fu ricevuto dal clero, che gli andò incontro, con a capo il vicario del vescovo Cortigiani: fu incominciata una missione; fu dato un corso di esercizi spirituali; furono fatte processioni di penitenza. La sua facondia, semplice e persuasiva, destò l’entusiasmo del popolo, che presto dimenticò gli Osservanti, e divenne caldo fautore de’ compagni di lui2.» Nella chiesa del Palco si conservò questo Crocifisso finchè ai Riformati fu dato godere di quel sacro ritiro: l’ebbero allora i Vai, che nell’oratorio del propio palazzo lo conservarono3; ed oggi il cavaliere Giuseppe, volendo che avesse pubblico culto, lo collocò in questo altare, che porta lo stemma gentilizio della sua nobile casa, in segno di padronato onorifico.

Alla santa penitente Maria Maddalena è dedicato l’altare inferiore a sinistra, come a quella ch’è titolare del benefizio fondato dal Cambioni4; e all’altare a destra, riserbato al culto della Vergine, verranno i fedeli a salutare la Regina degli Angeli.

Note

  1. Vita del servo di Dio padre Leonardo da Porto Maurizio ec., scritta dal padre fra Raffaele da Roma ec.; In Firenze, stamperia Imperiale, 1754, in 4 (seconda edizione); lib. I, cap. 5.
  2. Calendario Pratese, anno V, pag. 171.
  3. Vedi tra i Documenti, il n° XIII.
  4. Vedi a pag 15.