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[St. 79-82] | libro i. canto v | 111 |
CANTO SESTO
Stati ad odir, segnor, la gran battaglia,
Che un’altra non fu mai cotanto oscura.
Di sopra odisti la forza e la taglia1
De Zambardo, diversa creatura.
Ora odireti con quanta travaglia,
Fu combattuto, e la disaventura
Che intravenne ad Orlando senatore,
Qual forse non fu mai, nè fia maggiore.2
Lo ardito cavallier monta su il ponte;
Zambardo la sua mazza in mano afferra.
A mezza cossa non li aggiunge il conte,
Ma con gran salti si leva da terra,
Sì che ben spesso li tien fronte a fronte.
Ecco il gigante che il baston disserra:
Orlando vede il colpo che vien d’alto,
Da l’altro canto se gittò de un salto.