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viaggio al centro della terra | 85 |
qual modo vuoi tu che le sorgenti si facciano strada, traverso queste pareti?
— Ma chi sa se lo strato di lava non si prolunghi a grande profondità. Parmi che noi non abbiamo ancora fatto molto cammino verticalmente.
— Che cosa ti fa supporre ciò?
— Gli è che se fossimo molto addentro nella scorza terrestre, il calore sarebbe più intenso.
— Secondo il tuo sistema, rispose mio zio; che cosa segna il termometro?
— Quindici gradi appena, vale a dire un aumento di soli nove gradi dalla nostra partenza.
— Or bene, conchiudi.
— Ecco la mia conclusione. Secondo le osservazioni più esatte, l’aumento della temperatura all’interno del globo è d’un grado ogni cento piedi. Certe condizioni di località possono modificare questa proporzione; così a Yakust, in Siberia, si è osservato che l’accrescimento d’un grado aveva luogo ogni trentasei piedi. Questa differenza dipende evidentemente dalla conducibilità delle roccie. Aggiungerò inoltre che in vicinanza d’un vulcano spento e attraverso lo gneis fu notato che l’elevazione della temperatura era d’un grado ogni centoventicinque piedi. Prendiamo dunque quest’ultima ipotesi come la più favorevole, e calcoliamo.
— Calcola, giovinotto mio.
— La cosa è facilissima, dissi, disponendo alcuni numeri sul mio taccuino; nove volte centoventicinque piedi danno mille centoventicinque piedi di profondità.
— Nulla di più esatto.
— Ebbene?
— Ebbene, secondo le mie osservazioni, noi siamo arrivati a diecimila piedi sotto il livello del mare.
— Possibile?
— Certo; o i numeri non sono più numeri!»
I calcoli del professore erano esatti. Noi avevamo di già sorpassato di seimila piedi le maggiori profondità raggiunte dall’uomo, quali le miniere di Kitz-Bahl nel Tirolo, e quelle di Würtemberg in Boemia.
La temperatura che a questo punto avrebbe dovuto essere di 81° era di 15° appena. La qual cosa mi dava molto a pensare.