lo sarò quel rimorso. Io te cercando
Entro la notte cupa,
Lamia che fugge il dì, verrò latrando
Come latra una lupa.
Io con quest’ugne scaverò la terra
Per te fatta letame
E il turpe legno schioderò che serra
La tua carogna infame.
Oh, come nel tuo core ancor vermiglio
Sazierò l’odio antico.
Oh, con che gioia affonderò l’artiglio
Nel tuo ventre impudico!
Sul tuo putrido ventre accoccolato
Io poserò in eterno,
Spettro della vendetta e del peccato.
Spavento dell’inferno:
Ed all’orecchio tuo che fu sì bello
Susurrerò implacato
Detti che bruceranno il tuo cervello.
Come un ferro infocato.
Quando tu mi dirai: perchè mi mordi
E di velen m’imbevi?
Io ti risponderò: non ti ricordi
Che bei capelli avevi?