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Pagina:Manzoni.djvu/36

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34 il manzioni ed il parini.

di alta poesia è virtù di pochi ingegni potenti. Il Manzoni non solamente sceglie bene, ma quello ch’egli ha scelto, perfeziona e migliora. Spoglia, a poco a poco, di una parte del loro apparato classico e mitologico i nobili pensieri del Parini e li rifeconda col proprio sentimento, per esprimerli con un linguaggio più caldo e più semplice.

    tredici anni ch’era allora in Milano e che di lì a poco fu quell’uomo che tutti sanno.» Il Manzoni avrebbe pure potuto far propria la famosa strofa dell’Ode pariniana, La vita rustica:

           Me non nato a percotere
                Le dure illustri porte,
                Nudo accorrà, ma libero,
                Il regno della morte.
           No, ricchezza nè onore
                Con frode o con viltà
                Il secol venditore
                Mercar non mi vedrà.

    Il Manzoni vide pure, come il Parini, nell’educazione un mezzo per rialzare non solo i costumi, ma la patria infelice ed oppressa. Nella Canzone: Per l’innesto del vaiuolo, il Parini intese anco a preparar fanciulli sani, perchè potessero un giorno dar prova

        D’industria in pace o di coraggio in guerra.

    Nell’Ode: L’educazione, facendo apostrofare da Chirone il giovinetto Achille

                                    Nato al soccorso
                    Di Grecia,

    il Parini rammenta al giovine Conte lombardo che può intraprendere ogni più ardua impresa per la patria

                         Un’alma ardita,
         Se in forti membra ha vita.

    Così la poesia pariniana non è un vano giuoco, come non saranno mai pel Manzoni le lettore; tutta la sua letteratura è civile, anche dove scopre meno direttamente il suo intento educativo.