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110 | D e l l e A r t i d e l D i s e g n o. |
[....d’Iside.] §. 5. Questo manto o pallio passa sopra le spalle colle due estremità, colle quali vien poi tenuta la veste al di sotto delle mammelle; e ivi resta pendente ciò che sopravanza dal formato nodo. In questa guisa legata colle estremità del manto hanno la veste e la bella Iside greca del museo Capitolino, e un’altra più grande dello stesso stile nel palazzo Barberini. Quindi è che la veste vien tirata all’insù, e all'alto pur tendono le pieghe leggiere che forma sulle cosce e sulle gambe: fra quelle v’ha una piega sola che va diritta dal petto ai piedi.
§. 6. Nella terza statua, in quella cioè della villa Albani, havvi qualche differenza; una delle due estremità del manto passa sopra la spalla destra, e l’altra fotto la mammella sinistra; onde vengono i due capi a far nodo, e a legar la veste sul petto, come vedesi nella figura. In oltre non le si vede il manto, il quale, siccome pendere posteriormente dovrebbe, figurasi coperto dal pilastro a cui questa è appoggiata, come la prima. La seconda, che ha il dorso libero, ha il manto intorno ai lombi ravvolto. La veste delle due summentovate Isidi greche è ornata di frange, come i manti delle statue dei re prigionieri; e con ciò forse indicar vollero gli artisti esser quella una divinità, il di cui culto da straniero paese era venuto. Il panno, onde formate erano le vesti, chiamavasi gausapum: era peloso e come a dire vellutato; e quando fu introdotto in Roma, lo portavano le donne nell’inverno1.
§. 7. Ho |
- ↑ Per maggior chiarezza si deve avvertire, che altro è il gausapo, o drappo peloso, e quasi vellutato; altro le frange, che dai Latini cirri, e fimbrie; e θύσσανοι, e χροσσοί chiamansi da Greci: che pare vengano confuse dal signor Lens Le Costume, ec. liv. V p. 291. Il gausapo era una veste propriamente usata dai popoli settentrionali, e barbari, grossa, fatta con arte per difendere nell’inverno dal freddo. Veggasi il Ferrarlo De Re vest. par. iI. cap. 6. 7. e 8., Buonarroti Osserv. istor. sopra alc. med. Tav. VII pag. 90. Scrive Plinio lib. 8. cap. 48. sect. 73. che se ne introducesse l’uso in Roma ai tempi di suo padre. Le frange erano ornamenti soliti riportarsi all'estremità dei panni, sì presso i Greci, e i Romani; come risulta dalle pitture, e sculture antiche; e l’osserva diffusamente il lodato Buonarroti alla Tav. XIV. pag. 258.