Pagina:Storia delle arti del disegno.djvu/217

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presso gli Egizj, i Fenicj, e i Persi. 111

§. 7. Ho osservato che tutte le figure d’Iside, niuna eccettuatane, portano il manto a un modo stesso, ond’è da inserirsi, che quella maniera fosse di tal divinità un distintivo. A questo segno ho riconosciuto per un’Iside il tronco d’una statua colossale appoggiata al palazzo di Venezia in Roma, e chiamata volgarmente Donna Lucrezia. Così pure nel museo d’Ercolano vedesi vestita l’Iside in una bella figura di terra alta un palmo, e similmente in due o tre altre piccole figure della medesima dea, le quali, siccome la prima, hanno gli attributi della Fortuna.

[Altro indizio del secondo stile] §. 8. Le figure egiziane di questo fecondo stile distinguonsi eziandio, perchè non hanno punto que’ geroglifici, che nelle più antiche, or sulla base or sul pilastro che serve loro di sostegno1, veggonsi incisi2. Più allo stile però, che alla mancanza de’ geroglifici, denno tali figure riconoscersi; imperciocché, sebbene quelli non si ravvisino su nessuna delle opere fatte ne’ tempi posteriori ad imitazione delle an-


tiche,
  1. Veggasi pag. 16. nota a.
  2. Nello scrivere questo passo 1! nostro Autore non si è più ricordato, che le statue isiache del Museo Capitolino Tom. iiI. tav. 76. e 77., credute anche da lui qui avanti per lavoro del fecondo stile, hanno geroglifici alla base, e al pilastro, cui sono appoggiate. Se ne avvide però in appresso nello scrivere il Trattato preliminare ai Monumenti antichi nella serie di questo medesimo discorso; e col fondamento appunto di quelle statue stabilisce il contrario, e confuta il P. Kirchero, che da’ tempi di Cambise volea perduto l’uso dei geroglifici. Ecco le di lui parole nella p. XXI.
    "Se le ragioni fin qui addotte in prova che le due Isidi nominate poc’anzi per le prime furono scolpite dopo che l’Egitto era stato sottoposto alla potenza de’ Greci, sono bastevoli, come non ne dubito; non vuò tralasciar di notare, che con ciò viene ad essere smentita l’opinione, in prima del Padre Kirchero Œdip. Ægyp. Tom. iiI. synt. 18. carp. 3 pag. 515. che la scienza de’ geroglifici fosse stata abolita per l’empietà, e le gozzoviglie, come e" dice, di Cambise, allorché costui invase il regno dell’Egitto; e in secondo luogo di coloro, i quali suppongono, che tale scienza si perdesse all’incominciare del governo de’ Greci; imperciocché ognuna di coteste statue col pilastro, al quale si sta appoggiata, e d’un sol pezzo, e in ambedue i pilastri si veggono scolpiti i geroglifici. Il credere sì fatta cosa è lo stesso dell’asserire, che i Greci abolissero, tostochè si furono impadroniti dell’Egitto, la religion del paese, la quale ognun sa quanta parte aveva nelle ceremonie sepolcrali; or noi al contrario veggiamo, e ’l P. Kirchero è uno di coloro che ce ne da la relazione, e ce ne mostra il disegno loc cit. p. 405., cioè una mummia trovata in Egitto ornata, e così custodita come facevano gli Egiziani prima d’esser dominati dagli stranieri, sur una delle quali leggesi in greco la parola ΕΥΨΥΧΙ, acclamazione solita farsi a’ defunti, come ne fan vedere diverse iscrizioni presso il Grutero pag. 661. num. 6., pag. 783. n. 3., [ e una cristiana presso il Buonarroti Osserv. sopra alc. framm. di vetri, Tav. XXIV. pag. 2. p. 168.]; per cui certamente ci vien significato, che la mummia è di que’ Greci, che si stabiliron colà al tempo de’ Tolomei. Laonde dirasi piuttosto, che la scienza de’ geroglifici si andò mantenendo sì, ma a poco a poco diminuendo sino ad essersi poi estinta, per avere in