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188 l’aridosia


Briga. Io li ho parlato e sono stato in casa sua giá dua volte. Ma Lucca non è fatta come Tortona; che, com’io volto una strada, son beli* e smarrito.

Messer Alfonso. Tu hai pure parlato a quello che ei dicon che ha la mia figliuola?

Briga. Hogli parlato. E è dessa al certo; di questo statene sicuro.

Messer Alfonso. Ha’ia tu vista?

Briga. Non l’ho vista. Ma lui m’ha dato i segni. E dice che sempre s’è chiamata Livia (che cosí disse lei di aver nome), ch’eli’ è bionda, ha gli occhi neri e belle carni e quel contrassegno, che non può fallire, della margine apresso all’occhio. E dice che non ha mai ricordat’altro che messer Alfonso e madonn’Elena e che d’altro quasi non si ricorda che de’ nomi vostri.

Messer Alfonso. Oh Dio! Questa è una gran grazia! E afferma egli d’averla tenuta sempre in un monasterio?

Briga. Dice che non H ha quasi mai vista. Ma mi parve mal contento.

Messer Alfonso. Debb’aver paura ch’io non lo paghi a suo modo. Ma, s’io li dovessi dar mezzo lo stato mio, lo vo’ satisfare, s’i’ ritruovo esser vero ch ’ei l’abbia tenuta nel modo che ei dice. Ma va’ un po’ presto e vedi se lo truovi; che mi par mille anni di vederla e di abbracciarla.

Briga. Aspettatemi: che io tornerò a voi, s’io non mi smarrisco.

Messer Alfonso. Se Dio mi dá grazia ch’io ritruovi la mia unica figliuola che abbi salvo l’onore cosí come l’ha la persona, io mi reputo felice. Diffidi cosa mi pare, perché, essendo giá di quindici anni, in mano di persone che tengon piú conto de’ danari che dell’altre cose, s’ha a far la presunzione in contrario. Dall’altro canto, se l’è stata in monisterio come ei dicono, è facil cosa che da donna da bene si sia allevata. Ma, in qualunque modo si sia, rendo grazie a Dio che si lungo tempo l’abbi preservata fuor di casa sua perch’io abbia aver questo contento in ricompensa del dispiacer di quando ella mi fu di braccio tolta.