Pagina:AA.VV. - Commedie del Cinquecento, Vol. II, Laterza, 1912.djvu/313

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PROLOGO

Vien, questo giorno, alla vostra presenzia,
illustrissimo ed eccellentissimo
principe, e voi altri nobilissimi
spettatori, una nuova comedia
uscita delle man di quel medesimo
che, son tre anni e piú, dette materia,
non so se per le sciocchezze o arguzie
sue, a tutti quanti voi di ridere;
la qual si chiama I Bernardi. E la causa
di tal nome è per ciò che s’introducono
in quella, fra gli altri, due giovani
cosi detti, i quali in travaglio
vedrete per lor nomi: benché, il proprio
e vero de l’un de’ duoi sia Giulio,
non Bernardo; che cosí per suo comodo
si fa chiamar per fin che venga al termine
di quello che desia. Ma, perché dubita
l’autor che alcun di que’ maledici
che si diletton sempre di dar biasimo
all’altrui opre non piglin materia
di dare infamia a questa sua comedia
per questo nome, dicendo che gli uomini,
quando qualcosa esser goffa s’ingegnono
persuadere altrui, in proverbio dicono
«l’è di Bernardo», vi prega, di grazia,
che prima non vogliate far giudizio
dell’esser suo che non veggiate l’ultimo
fine. Ed a nessun porga molestia
questo tal nome: che ancor che non paiavi