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Pagina:AA.VV. - Commedie del Cinquecento, Vol. II, Laterza, 1912.djvu/371

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atto terzo 359

          Aldabella. Se datomi
          innanzi non mi è quel che promessomi
          è stato, non venite; ch’i’ son d’animo
          che ’n casa mia non entriate.
          Albizo. Credetemi,
          ch’i’ non mi son per partir, non pagandovi
          quel e’ ho promesso.
          Aldabella. Ciò non m’è bastevole.
          Se vo’ non vi partissi mai, debbomi
          restar con le man vote?
          Bolognino. Di che dubiti?
          Hatt’egli infino a qui mancato?
          Aldabella. Io dubito
          di quel che potrebb’essere.
          Albizo. Il suo premio
          non gli ha mancar, s’i’ dovessi dar pegno
          la cappa e ’l saio e quanti panni trovomi.
          I’ non verrò senza danari.
          Aldabella. Bastami;
          e cosí restiam d’accordo. Non dolghisi
          po’ persona.
          Bolognino. Ah! Sara’ si cruda?
          Aldabella. Fermisi
          questo, Albizo; e non piú ciancie.
          Albizo. Fermisi.
          Che domin fia?
          Bolognino. Guardate dal promettere,
          padrone, ch ’Aldabella non vuol chiachiere.
          Aldabella. Io non le voglio, no.
          Albizo. Né io dargnene
          voglio.
          Bolognino. Orsú, adunque! Non piú perdasi
          tempo. Ognun pensi le promesse attendere.
          Aldabella. Cosí si faccia. Ma ascoltate, Albizo,
          una cosa che importa, che scordatami
          era.