Pagina:AA.VV. - Commedie del Cinquecento, Vol. II, Laterza, 1912.djvu/476

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«dall’edizione de’ Giunti del 1564»;1 e la seconda, a Trieste, nel 1858, derivante pur essa dalla giuntina2pongo a fondamento di questa mia nuova edizione il codice Magliabechiano 11. vm. 29: nel quale la commedia è preceduta da una lettera di dedica del D’Ambra a Cosimo de’ Medici, che fu sostituita, nella stampa dei Giunti, da quella, già ricordata, di Frosino Lapini al Saracini; e nel quale è lecito riconoscere, se non con certezza, almeno con probabilità, l’esemplare stesso offerto dall’autore al duca mediceo3. Scritto in caratteri calligrafici, con molta cura e con una tal quale sobria eleganza, questo codice è quasi sempre corretto; e le non molte negligenze che pur vi si trovano, e di cui sarebbe superfluo dar qui precisa informazione, si correggono facilmente o col proprio giudizio o mediante il confronto con la stampa fiorentina del 15644. Un solo punto, per il quale seguo la stampa allontanandomi dal codice, deve essere esattamente rilevato e chiarito.

  1. Si trova nel voi. v del Teatro comico fiorentino, Firenze, 1750. Curioso indice della bigotteria che imperversò cosi lungamente, in Toscana e altrove, dopo la controriforma è la soppressione di alcune parole (quelle da me chiuse fra parentesi quadre) nei seguenti luoghi delle scene 6 e 7 dell’a. v: «Oimè! oimè! [Gesù 1] l’spirito. | Come può star questa cosa? [In nomine | Patris et Fili] Certo quest’è opera»; «tener la casa tua? Vo’ ch’ai [vicario | dell’arcivescovo] andiamo, e poniamoli»; «E che vuo’ tu che faccia in ciò ’1 [vicario?]»; «Ah! Tu di’ ben; egli è ver. Se et giudica | [i preti e’ frati, che peggio che diavoli] | sono» ecc.
  2. Si trova nel volume, di cui già feci parola a proposito deWAridosia, intitolato Il teatro classico del secolo XVI, Milano, presso l’Ufficio generale ecc. Che quest’edizione provenga direttamente dalla stampa del 1564 è dimostrato dal non trovarvisi le goffe lacune delle scene 6 e 7 dell’a. v che deturpano la posteriore stampa del 1750 e che ho notate qui sopra.
  3. . Io Sulla sesta delle carte bianche che precedono il testo della commedia è quest’avvertenza manoscritta: «Ambra (Francesco d’) i Bernar-! di Commedia in versi sdruccioli. Cod. in 4. chart. foli. 07. cum epistola nun- eupatorio ad Cosmum I. cui hoc ipsum exemplar nitide scriptum oblatum fuisse videtur ab auctare. Edita fuit anno 1364. In typographia Iunctarum. Fuit | Cosmi I. M. E. £>„ fut videtur) cui inscri- pta fuit, et haeredum. Antonii Magliabechii, qui cod. ex Palati- na Magnorum Ducum Bibliotheca | f orlasse obtinuit». Non so di chi sia tale avvertenza; ma la congettura che vi si esprime pare a me ragionevolissima, come già parve anche al De Benedetti, op. cit., p. 30. Il quale De Benedetti pubblicò, dal cod. Magliabechiano, la dedicatoria del D’Ambra (pp. 30-32) e il prologo (pp. 33-35): facendo seguire quest’ultimo dal testo del prologo stesso secondo la stampa del 1564.
  4. Ricavo, ad es., da quest’edizione (il cui titolo è: I Bernardi Comedia di M. Francesco D’Ambra Cittadino, & Accademico Fiorentino. Nuovamente data in luce. | Con privilegio. In Fiorenza appresso i Giunti. MDLXIIII