Pagina:AA.VV. - Commedie del Cinquecento, Vol. II, Laterza, 1912.djvu/48

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36 l’amor costante


Maestro Guicciardo. Orsú! Mi vi raccomando.

Guglielmo. E io a voi. Da un canto, mi par esser tutto scarico d’aver confidato le cose mie a maestro Guicciardo; dall’altro, sto col triemo che non mi manchi. Pur non posso pensare che tanta ingratitudine regnasse in lui, che mi è parso sempre buono amico. Fatt’è. Voglio entrare in casa per scrivere una lettera a Ioandoro, caso che, a sorte, maestro Guicciardo lo trovi in Roma.