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Quivi chi v’era grande strida mise,
vedendo morti damendue costoro,
salvo che la duchessa, che sen rise.
E1 duca si mugghiava coni’un toro,
e raccontava si come s’uccise
Piramo e Tisbe alla fonte del moro;
e dicen tutti: — Per simile crimine
ne mori giá pur Francesca da Rimine. —
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E, stando el duca in dolore e in tempesta
e nella pena ch’io ho di sopra detta,
prese la dolorosa spada presta
e feri la duchessa maledetta
e dallo ’mbusto gli tagliò la testa,
per far dei corpi nobile vendetta,
che s’eran morti per la sua malizia;
ben fece il duca diritta giustizia.
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Ma, quando el duca die’ quella ferita
alla duchessa, che di gioi’ gallava,
ell’era giá della camera uscita
con altre donne, ed in sala danzava.
Cosi danzando, le tolse la vita
purgando el vizio in che ella fallava;
e partille la testa dallo ’mbusto
el magnanimo duca, dritto e giusto.
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Morta quella duchessa fraudolente,
soppellir fece e’ corpi a grande onore.
Dir non si può el lamento, che la gente
faceva tutta, e il gravoso dolore.
E poi il duca non dimorò niente,
per voler ramendare el suo errore:
chiamò un suo nipote over cugino,
e dettegli il ducato a suo domino.