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E tanto «ad uno «albergo prese st«arc,
ch’alquanti giorni a San Martin fu presso;
e, come i cittadin vide armeggiare,
montò a cavallo, e Tue con loro adesso,
e tutta gente fa maravigliare,
si ben port’.asta e tanto rompe ispesso.
La damigella da’ baron procura,
ma veder lei non puote criatura.
25
Quando il di della vilia fue venuto,
e lo re fc’ da sua parte bandire
che qual dalla donzella fie veduto
subitamente lo fará morire,
e chi si stia in casa come muto,
e chi di fuori si deba fugire.
L’albergatore all’albergo n’andoe,
e Gismirante con lui si posoe.
26
E, come damigello ardito e saggio,
quando per la cittá non è cristiano,
subitamente armato di vantaggio,
usci di casa con la spada in mano.
Signor, pensate nel vostro coraggio
che si dicea del cavalier sovrano,
cosi armato in sul destrier corrente!
E’ nella chiesa entrò subitamente.
27
E, non trovando criatura in Santo,
di testa s’cbe tratta la barbuta,
perché di quella cui amava tanto
la faccia sua potesse aver veduta,
ed e’ poi si nascose da l’un canto
dietro a l’altare, e punto non si muta,
dicendo: — Di mie morte fie memoria,
o io acquisterò quie gran vittoria ! —
Cantari