Pagina:AA. VV. – Fiore di leggende, Cantari antichi, 1914 – BEIC 1818672.djvu/267

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Il padre tenne il dito a la donzella,
presente molti re, conti e marchesi ;
e lo re la sposò con cinque anella
piú rilucenti che carboni accesi,
e valean piú di quindici castella,
de le miglior di lutti que’ paesi ;
e se ne fece festa in tutta Roma,
tal che per tutto il mondo ancor si noma.
9
E1 papa fu partito di presente,
da poi che vide la donna sposata.
Il nuovo sposo poi celatamente
madonna Berta a sé ebbe chiamata;
e’ ragionò della sera vegnente,
dicendo: — Poi che qui sono arrivata,
come farò con quella, che nel letto
stasera aspetta aver di me diletto? —
10
Ed ella disse: — Quando se’ alle prese,
lussuria spregia, loda virgin’tade;
il matrimonio, di’, fatt’hai palese
per non aver col padre nimistade;
forma di maschio mostri in tuo paese,
per me’ signoreggiar le tue contrade.
E sappi tanto dir, che la converta
teco a tener virginitá coperta. —
11
La sera, poi che ’l re ebbe cenato,
le donne si ’l pigliáro senza posa;
l’ebber di peso in camera portato,
dove aspettava con desio la sposa.
E poi che dentro fu con lei serrato,
ed ella disse alquanto vergognosa:
— Spogliatevi, messer, ché vi posiate
prima che a noi le donne sian tornate. —