Pagina:AA. VV. – Fiore di leggende, Cantari antichi, 1914 – BEIC 1818672.djvu/279

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QUARTO CANTARE
Benché pe’ templi i’ t’abbia, Signor mio,
tanto pregato, ch’io me ne vergogno,
ancor ti prego, onnipotente Dio,
che mi soccorra, eh’i’n’ho gran bisogno;
si ch’io possa fornire el mio disio
della presente storia, ove ’1 cor pogno,
e dammi grazia ch’io dica si bene,
che piaccia a chi per ascoltarmi vene.
2
Io vi contai, signori e buona gente,
siccome nella ròcca della Spina
menato preso fu ’l re d’Oriente
da quella potentissima reina.
Or vi dirò siccome fu valente
la moglie, che di fuor campò tapina,
ch’a la madre del re scrisse il tenore,
e per gente mandò allo ’mperadore.
3
Quando lo ’mperador vide l’oltraggio
che la figliuola aveva ricevuto,
tre legioni di franco baronaggio
mandò subitamente in suo aiuto,
diecimilia pedoni di vantaggio
con un buon capitan molto saputo,
il qual cerchiò la ròcca atorno atomo
e non se ne partia notte né giorno.