Pagina:AA. VV. – Fiore di leggende, Cantari antichi, 1914 – BEIC 1818672.djvu/347

Da Wikisource.

XXXIV, 4 A lei si parte — XXXV, 2 [tu] comanda — 5 o[ver] — XXXVII, 4 A cavallo si montarono—XL, 1 A I[o] — 5 e[d]— XLI. 1 A Con grande onore ne la cittá entrava — XLV, 1 A In un ronzino ciaschedun sbigottito. Cantare secondo: — I, 6 A bello sia esto secondo — III, 8 A v’in- tendo trarre malinconia — VII, 5 A che[lla] — Vili, 5 A usci [fuori] ed entrò — X, 2 A gran(de) — XI, 2 A donzel(lo) — 7 [d]entro — XIII, 4 A e dice: Or [donna mia] ti—8 a(d) — XIV’, 6 A Parecchie volte — XVI, 3 A la [djove — 5 A e non vedea — 8 A si [egli] era — XX, 5 A ella [lo veggendoflo) (co)tanto — XXII, 2 A (co)tal — 4 se (tu) non — XXVI, 7 A datemi [la] parola — XXVII, 4 A S’io [ne] — XXIX, 6 Questo verso manca nel ras.; è aggiunto dallo Z. — XXXIII, 2 A che quel soldan facea si malamente — XXXIV, 2 A fe[ce]... cadere — 4 me[glio] — XXXV, 5 A dicea(no) — XXXVII, 1 A E lo Bel Ghe- rardino molto sdegnosse — 2 A veggendo che ’l soldan — XXXVIII, 5 A cuor(e) — XXXIX, 4 A assodotte — 5 A [ha] vinto — XLI, 3 A a il cer- chiovito — XLIII, 2 A avanza[va] —3 A altro — XL 1 V, 6 A ornai per niente — XLV, 5 A ismon[tandol. II I due cantari di Pulzella gaia si leggono in un’ cod. del sec. xv, appartenuto giá alla biblioteca Saibante di Verona, e poi posseduto dal marchese Girolamo d’Adda di Milano \C]. I can- tari sono dati dal ms. in una forma assai diversa da quella che qui si ripioduce, e cioè «vestiti per metá alla veneta». Il Rajna, che li scopri, sostiene che la forma originaria fosse toscana, e a questa li ricondusse nell’edizione che ne diede nel 1893: Pul- zella gaia, cantare cavalleresco, Per nozze Cassin-D’Ancona, 21- 22 gennaio 1893, in-8, pp. 44 (P’irenze, tip. Bencini). Per dare un saggio della lezione del codice, riproduco di sulla copia, che ini ha comunicato il Rajna, le prime quattro ottave del primo cantare; 1

Ora me intendeti, bona zente, tuti quanti

in chortexia et in bona ventura: dire ve volio de li chavalieri aranti, ch’ai tenpo antigo andava a la ventura. In chorte de lo re Artus li sedeva davanti, segondo come parla la scritura, in schomenziamento de miser Troiano, che feze avanto con miser Galvano.