Pagina:AA. VV. – Fiore di leggende, Cantari antichi, 1914 – BEIC 1818672.djvu/357

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4. Historia di tre giovani | disperati et di tre fate. | S. d., ma della fine del sec. xvi o del principio del xvii; in-4 0 , di cc. 6 n. n. reg. A - Aiij, a 2 coll, di carattere tondo con lettere maiu- scole ai capoversi. Fra il titolo e l’inizio del poemetto una xilo- grafia (a destra le tre fate e a sinistra i tre disperati); ine.: «Colui che da Giovanni ebbe il battesmo» fin.: «A lei rimase tre palmi di coda». È nella Bibl. Palatina (Naz.) di Firenze [E. 6. 7- 55. cart. 2*, n. xxvij. 5. Historia di tre Giovani | disperati et di tre fate. — Una xilogr. rappr. un bosco: a destra tre giovani addormentati, a sinistra tre donne: la prima re^ge un tappeto, la seconda suona un corno, la terza ha la borsa incantata. A due coll., 10 ottave per pag., 5 cc. n. n., s. 1 . n. a. (Firenze, sec. xvi ex.). È nella Nazion. di Firenze, Magliabech. M. 981, n. 12. 6. Historia di tre giovani | disperati e di tre fate. La stessa xilografia rovesciata. A due coll., io ott. per pagina, 6 cc. n. n., s. 1 . n. a. (Firenze, sec. xvi ex.). Bibl. Naz. di Firenze, Palatina [E. 6. 7. 42]. 7. Historia di tre giovani disperati e di tre fate. In Pistoja, appresso il Fortunati, in-8°, s. a., ma dei primi del sec. xvii; c. 20 n. n., reg. A - Aio, car. tondo. Al principio la solita incisione. 8. Li tre | compagni | li quali si diedero la fede di andare per il | mondo cercando la lor ventura, e come | la trovorno. — Cosa | bella | e | da | ridere. In Lucca, 1823, presso Francesco Bertini, con approvazione. — Di pp. 32 e ni ott. Ine.: «O musa se io d’Ascrea adesso al fonte» fin.: «Sol le rimaser due palmi di coda». Ho tenuto sott’occhio, durante l’edizione dell’ Istoria, le tre stampe fiorentine 4-5-6, le quali non presentano notevoli varietá se non nella prima ottava, che in 4 e 5 è cosi: Giove, sia quel che sia, in me medemo e’ mi conceda grazia in ogni lato eh’i’possa raccontar quanto vedemo e d’udito c’è stato ragguagliato, ecc. Il testo di queste stampe è assai guasto ed ha richiesto molti e pazienti restauri. Citerò un solo caso. Dopo la guarigione delle damigelle, la principessa, dicono le stampe, fece dare a Biagio «anche cento ducati». Con questi cento Biagio ne rende quattro- cento dei cinquecento promessi al medico, che gli aveva data la