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36 ii - pulzella gaia


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Messer Galvano alla Pulzella giura
di quella gioi’ mai non manifestare,
e infin la sera, appresso a notte scura,
di lei e’ non potevasi saziare.
La serpe ritornò in sua figura;
messer Galvano prese a cavalcare;
e ’l primo don, che dimandò all’anello,
si fu un destriero poderoso e bello.
21
E lo destrier li si fu appresentato;
davanti gliel menava uno scudieri.
Messer Galvano suso fu montato,
e gioioso cavalca pel sentieri.
Poi dimandò che presto li sia allato
immantinente cento cavalieri,
e dodici baron feriti a morte,
che per prigioni andassono alla corte.
22
Poi dimandò una nuova cacciagione,
che piedi di caval di drieto avesse,
e quei davanti piedi di grifone,
la coda d’uno pesce fatta avesse,
e le ali con le penne di pavone,
lo viso d’una femmina paresse,
e un occhio avesse negro e l’altro bianco:
sí nuova fiera non fu vista unquanco.
23
Li baroni sí giunsono alla corte
e di messer Galvan fecion richiamo,
che lui li avea feriti tutti a morte,
— E noi per suo’ prigioni ci rendiamo. —
Poi con letizia giunse il baron forte,
e i cavalier tutti incontra li andârno.
Per vedere la caccia ch’ei menava
molti baroni incontra sí li andava.