Pagina:AA. VV. – Opuscoli e lettere di riformatori italiani del Cinquecento, Vol. I, 1913 – BEIC 1888692.djvu/140

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lui; e tanto piú, che vede che è figliolo di Dio ed erede per Cristo, ch’el paradiso non è mercé de’servi, ma ereditá de’ figli. Ma gli uomini carnali e non regenerati, come quelli che hanno anco el cor basso e vile, operano solo per mercé e per timore, e opere abiette e umili, dove l’opere dei figli sono alte, divine e magnifiche, convenienti alla loro dignitá ed eccellenzia; e chi predica che la fede viva in Cristo giustifica non fa la via del paradiso larga e facile, imo predica la piú diffidi cosa del mondo. Imperocché chi ha questa viva fede ha passato tutte le difficultá, talché non gli è piú difficile né orare, né perdonare ingiurie, né fare elemosina, né avere pazienza, né altra cosa che gli possi intervenire; imo gli è dolce infin la morte. Però chi predica viva fede predica tutte le difficultá che si truovano nella via di Dio, perché predica caritá, pazienza, umiltá e ogni virtú e opera buona. Sai chi allarga la via del cielo? Chi predica opere senza fede; perché si possono fare da ogni gran ribaldo, perseverando nella sua mala vita. Questi hanno ingannato e ingannano i miseri populi, che senza fede, senza spirito, senza Cristo e senza caritá credono salvarsi con i loro digiuni, elemosine, orazioni, messe e altre loro opere, si come si vede per esperienza d’innumerabili impii e falsi cristiani, i quali, benché sieno a Cristo contrari, in ogni modo credono salvarsi per quelle opere estrinseche che fanno, mossi, non dallo spirito di Dio, per essere senza viva fede, ma dal timore, speranza di premio, dalla vergogna, dall’onore e da qualche interesse proprio e dalla loro carnale prudenzia. Colui adunque, che predica la viva fede della giustificazione per Cristo, predica tutte le virtú e le buone opere, predica cosa difficilissima, imo impossibile alle nostre forze, ché, come Paulo scrisse: «La fede è dono di Dio». È ben vero questo, che dovrebbe predicarsi che la fede morta non basta, e che l’è morta ogni volta che non opera in gloria di Dio e salute del prossimo. Però dovrebbero predicarsi anco l’opere buone, non perché giustifichino, ma perché sono frutti di spirito, e di necessitá si trovano in chi ha viva fede; però chi è privo