Pagina:AA. VV. – Opuscoli e lettere di riformatori italiani del Cinquecento, Vol. I, 1913 – BEIC 1888692.djvu/163

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essi ogni ambizione e appetito alle dignitá del mondo, imo le disprezzano come cose vilissime. Manca similmente in essi l’avarizia, perché, vedendosi eredi di Dio e signori del tutto, non stimano queste cose vane e basse, e cosí sentono con viva fede tanta bontá di Dio, che non gustano piú gli sporchi piaceri del mondo, imo l’hanno in nausea e in fastidio. Questi tali rinascono, e in modo tale, che mutan pratiche, amicizie, costumi, esercizi, parole, atti, gesti, pensieri, affetti, desidèri e vita, si come si muterebbe un contadinello, se l’imperatore lo pigliasse per figlio; non hanno piú l’animo vile come prima, non sono piú oziosi, ma solleciti, umili, modesti, benigni, pazienti e finalmente ornati di tutte le virtú cristiane e in tutto conformi al divin volere. Sono allegri in Cristo e, felici, iubilano sempre nel loro core. Or questi e simili effetti di spirito sono nel numero de’ giustificati e regenerati in Cristo, e questo piú o manco, secondo che hanno poca fede o grande; dove i non giustificati per Cristo sono in continue angustie, ansietá, stimoli, timori, sospetti, miserie e inferni, dai quali Dio ha liberati i pii per Giesú Cristo Signor nostro. Al quale sia sempre onore e gloria. Amen.