Pagina:AA. VV. – Opuscoli e lettere di riformatori italiani del Cinquecento, Vol. I, 1913 – BEIC 1888692.djvu/165

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corrispondere a si gran caritá, e, non potendo, erumpe a confessare con bocca al mondo il suo peccato; e questo, per rendere testimonio della gran pietá e misericordia di Dio, e acciocché, per l’esempio suo, nessuno si desperi della grazia di Dio, si come fece Paulo, quando confessò a tutto il mondo d’essere stato blasfemo, avere perseguitata la Chiesa di Dio e fatto violenzia alli suoi eletti. Talché, si come quella evangelica donna, che era stata inferma dodici anni, se ben gli era vergogna a manifestare la sua immonda infermitá, nientedimeno, per gloria di Cristo, pubblicamente ogni cosa recitò; cosí questi tali, per impeto di spirito, non si curano pubblicarsi per tristi, per gloria di Dio. Ma nota che questi tali non confessano il lor peccato, perch’el sia perdonato, si come fanno quelli che si confessano al sacerdote; imo, perché gli sono perdonati, gli confessano. Dipoi, per non dare scandalo e per non infamarsi, non confessano se non peccati pubblici e in edificazione del prossimo, si come si legge in Daniel di Nabucodonosor, che, visto quel gran miracolo de’ tre preservati nella fornace ardente, fu constretto, in gloria di Dio, a confessare a tutto il mondo che aveva errato. Si trova anche nelle Scritture sacre che in certi casi siamo obbligati a confessarci agli uomini: si come, se hai ingiuriato el tuo fratello, non debbi con superbia stare in sul tirato, con el non volere umiliarti e confessare d’aver errato; imo, se è bisogno per reconciliarti, debbi trovarlo, e dire: — Fratello, perdonami, io ho errato, — si come si ha in san Matteo: «Va’ prima a riconciliarti col tuo fratello». E cosí se, essendo ne’peccati, tu non sapessi il modo da uscirne, doverresti andare da un medico spirituale illuminato per consiglio e adiuto, e manifestargli la tua infermitá però in genere, dicendo: — Mi truovo pieno di peccati, inclinato a ogni vizio: insegnatemi come ho a fare per recomperare la grazia di Dio, e di poi preservarmi e crescere in essa. — Ma non bisogna enumerare né esplicare tutti li peccati con le circostanzie particolarmente, non solo perché è impossibile (onde David: «Chi è che sappi i pec-