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a cose impertinenti, o indifferenti alla salute. Sarebbe vanitá,
massime perché la legge di Dio sommamente perfetta ci obbliga
a suprema perfezione: però è forza fare quello che vuole la legge
o mancare, e cosí peccare. Sarebbe adunque cosa vana far voto
di fare opere impertinenti, dapoiché tutte sono in sé peccati,
non essendo secondo la legge di Dio. Dipoi siamo obbligati, per
legge divina e naturale, ad obbedire non solamente a Dio e a
un guardiano, vicario, ministro, priore o abbate, ma agli episcopi, e a’ principi, e signori, al padre e alla madre, imo ad
ogni creatura, infino alli demòni, quando ci comandano, secondo
la legge di Dio. Ma, se comandasseno il contrario, se bene fusseno gli angeli, non si debba obbedire, se ben avessi fatto mille
voti d’obbedienzia: però la vera obbedienzia cristiana include ogni
perfezione d’obbedienzia possibile.
Nientedimeno, sotto l’impio e tirannico regno d’Antecristo,
i ciechi e ignoranti monaci, monache e frati hanno lassata l’obbedienzia cristiana e divinissima per l’umana e diabolica. Imperocché in prima si sono fatti esenti dall’obbedienzia de’ principi e
signori, ai quali infino a’ turchi sono obbligati ad obbedire dagli episcopi e ordinari, e di piú dall’obbedienzia del padre e della
madre, ai quali erano obbligati ad obbedire per legge divina e
naturale; e a loro fantasia si sono obbligati a obbedire a uomini
estranei, molte volte impii, indiscreti e ignoranti. E, non osservando la legge divina e naturale, si sono andati a loro fantasia immaginando nuovi modi di piacere a Dio in certe frivole,
vane, superstiziose e impie cerimonie.
E, peggio, hanno pensato per quella loro obbedienzia avere la
remessione de’ peccati, e non per Cristo; imo e sommamente
meritare, e, dove Cristo ci ha liberati da ogni servitú di legge,
la quale opera ira e aumenta il peccato (si come Paulo scrisse,
però la chiama «ministra di morte e dannazione»), essi si sono
soggiogati a innumerabili precetti umani, e, volontariamente renunziando alla sommamente desiderabile libertá, a noi acquistata da Cristo col prezioso sangue, contr’al precetto di Paulo
si sono fatti servi degli uomini, ai quali hanno promesso d’obbedire.