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di carne, come se la viva fede, lume e sentimento della gran
bontá di Dio, scoperta in Cristo, nocesse alle persone.
Hanno similmente visto che quelli che sono nel regno di
Cristo, come figlioli di Dio, sono liberi da ogni servitú di
legge, benché non per questo restino di sforzarsi d’osservarla;
imo tanto piú quanto sono in maggiore libertá e spirito, per
impeto del quale, e non per imperio di legge, sono mossi a
operare secondo ch’ella comanda. Ed essi, lassando da part< la
divina legge, per mostrarsi zelanti delle buone opere, nel regno
loro hanno imposti a loro fantasia innumerabili, superstiziosi e
impii precetti, come se gli fusse poco a osservare la sommamente
perfetta legge di Dio.
Hanno visto che quelli che sono nel regno di Dio sono
temperati, con mangiare liberamente a quell’ora di quei cibi, e
quanto gli è conveniente per vivere a gloria di Dio. Ed essi,
essendo nel mangiare dissolutissimi, per mostrarsi piú che temperati, hanno nel regno loro comandati (oltra la sopremamente
perfetta temperanzia di Dio) molti diiuni, con superstiziose proibizioni di cibi e tempi.
Hanno visto che gli eletti nel regno di Cristo s’affadicano
per vivere a Dio, e, se Dio gli dá della robba, la ricognoscono
da lui, e, senz’amarla se non in Dio, la possedono e usano
come sua, dando il superfluo ai poveri. Or questa povertá non
gli è piaciuta; nientedimeno, per mostrarsi al mondo buon
cristiani, a loro fantasia si sono immaginati un’altra povertá
oziosa, ingrata, avara, ladra e diabolica, e l’hanno per santissima introdutta nel loro regno, con scacciare quella di Cristo.
Cosi, in loco della sommamente candida e perfetta pudicizia
virginale e coniugale, della quale sono ornati i figlioli di Dio nel
suo regno; per mostrarsi piú santi degli apostoli, imo e di Colui
che è santo de’ santi, hanno nel loro regno introdutti gl’impii
voti dell’immonda e sporca castitá de’ loro preti, frati, monaci e
monache, imo e proibito il matrimonio a certe persone e tempi.
Hanno similmente visto che i figlioli di Dio obbediscono
al loro celeste Padre, alli suoi precetti e inspirazioni, ai parenti,
principi e loro superiori, imo ad ogni creatura nelle cose giuste;