Pagina:AA. VV. – Opuscoli e lettere di riformatori italiani del Cinquecento, Vol. I, 1913 – BEIC 1888692.djvu/285

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Cristo. I morti, o salvi o dannati che sieno, sono gionti. Imperò diceva Paulo: «Mentre che abbiamo tempo, operiamo bene a tutti; verrá la notte, quando nissuno potrá operare. Se ti parti in peccato, se’espedito; hai l’essemplo delle vergini stolte, che non truovorno un poco d’olio, né l’epulone una goccia d’acqua». Ora è il tempo della luce, di salute, tempo accettabile. Di poi è venuto il tempo, che Cristo vuole resuscitare in spirito, e ci ha creati in questa etá per servirsi di noi, come di suoi intimi amici e fidelissimi cavalieri, e, secondo Paulo, si debba servire al tempo, cioè ognuno debba accomodarsi ai tempi. Essendo adunque per ogni respetto piú tempo di ben fare che fussi mai, singolarmente perché Cristo vuol resuscitare, destrurre il regno del suo grande inimico Antecristo e regnare lui con somme grazie nelli suoi eletti con innovare il mondo, e a questo fine avendoci creati in questa aurea etá, e dando alli suoi di sé singolare lume, particolare favore e abbondantissime grazie, doveremo eccitarci, pigliar vigore, animo e forze, e, non che altro, pregare Dio che si fermasse il sole, si come al tempo di Giosuè, acciò avessemo tempo a espugnare gl’inimici di Cristo. Agli eletti adunque la nostra è la piú felice etá di tutte. E cosí ai reprobati è la piú misera, imperocché la loro ingratitudine è tanto maggiore, quanto che hanno avute piú grazie, e nati in etá piú felice; e nientedimeno, sotto spezie di bene, con sommo furore, scientemente impugnano l’Evangelio, la grazia, offuscano la gloria di Cristo, di nuovo il crocifiggono, il seppelliscono, e, quanto gli è possibile, si sforzano d’impedire che non resusciti, acciò non ruini l’impio regno loro, per potere robbare sott’il manto di Cristo e fare ogni tristizia, ingiustizia e sceleritá, e, con tutto questo, essere adorati come dii in terra. E sono si stupidi, insensati e nel male abituati, che, sebben sono lo scandalo del mondo, e tanto piú quanto sono piú cospicui, e pascono del sangue de’ poveri, imo di Cristo, cavalli, cani, falconi, parenti, adulatori, istrioni, parassiti, cinedi, e, peggio, se stessi, blasfemando di continuo Dio con la loro pessima vita e impia superstiziosa e diabolica dottrina, con per-