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Pagina:AA. VV. – Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli, Vol. II, 1920 – BEIC 1928827.djvu/114

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della tenz., senza intestazione; ma il sospetto non è tanto forte, da far passar sopra al silenzio dell’unica fonte a penna. — All’ediz.

antiquata e poco corretta dell’Allacci è superiore, ma limitata ai sonn. il, xi e xv ed a quattro appartenenti alle tenzz. VIII-XI, quella del Monaci (Dai poeti ant. perug. cit.). Riunisco qui 19 sonn.: gli altri io sono nelle varie tenzz. della sez. successiva.

I, 5 «Eccho», ossia «E co’», con raddoppiain. sintattico.

II, 12 «ha’» suppl.;—16 «nostro» corr. da «vostro», ch’è anche al v. preced.

IV, 2 «lascia»: la rima vuole «lassa»; — 4 «e» suppl.; — 8: in princ. «ni» corr. da «no», giacché, secondo l’acrostico del pres. son. (p. 144), cade in questo v. l’ult. sili, di «Manfredini»;—14 «ferito al filgluol»: invertito per cavarne un senso.

V, 5 «Luccia lalandra»: manca il senso, donde l’emendati!, congetturale;—12 «una dea»: facile la correzione.

VII, 5 «lo» corr. da «le»; — 7 «patrenostro»; — 8 «puoi taleceraro», incomprensibile: tento un emend. probabile.

VIII, 7 «cho»: integrato in «come» per la misura:—11 «di non far»: «non», evidentemente, va tolto.

IX, io «voi» corr. da «vai».

X, 14 «atro»: Tainan. avrá dimenticato 1’/.

XI, 3 «ne no mi posso»: tolgo quell’inutile «no»; —14 «senza’l» corr.,congetturalmente,da * se noi» ; — «nel mio cor»: «mio» è di troppo.

XII, 8 «usiam», da ridurre a «usia».

XIII, 7 «ma»: cattiva lettura di «uia» («via»); — 8 «luce»: ma la rima vuole «ute»; — 9 «ci» corr. da «ti»; — io «fore»: la rima corr. «forse»; — 11 «molt’e» corr. da «morte»; — 12 «Ne io mai»; tolgo «io»; — «’n» suppl.

XIV, 14 «strite sona»: svarione delFamanuense.

XV, 4 «coni’» corr. da «con»;—6 «ove», ridotto da «dove»; — 7 «Io giotto»: la prima parola è un’erronea ripresa del princ. del v. preced.;— 16 «di la santa»: evidente l’emendamento.

XVII, 7 «chi deria» il ms.

XVIII, 6 «che» suppl.; —11 e 13 «recevono»; — 13 : in princ. «che», soppresso per la misura; — «di lor tacer»: il contesto impone la corr. «parlar».

XIX, 4 «luocho de»: la corr. è richiesta dalla misura e dal contesto; — 12 «vede»: ma la rima vuole «ide».