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CX. — Questo ed i cinque sona. sgg. sono contro la madre del p., da lui accomunata nell’odio al padre (son. xcvnr, n), specie perché, per favorire m. Mino Zeppa de’ Tolomei, a cui ella non sapeva (chi sa per qual ragione!) negar nulla, spogliava il figliuolo.

CXII, 7-8: pel Santo Volto conservato nella chiesa di S. Martino di Lucca, a cui il p. rassomiglia Mino Zeppa, cfr. il famosissimo passo dantesco (In/., XXI, 48) e i relativi commenti.

CXIV, 3: ogni mattina, «in aurora diei», la campana comunale, a Siena, sonava a distesa per un’ora (Zdekaukr, La vita pubbl. dei sen.

nel Dug., p. 8).

CXVIII e CXIX. — Lano fu giá identificato dal Carducci ( Opp., XVIII, 176-S0) col Lano dantesco (In/., XIII, 120-1), e questi, a sua volta, poiché fu senese e, come pare, di casa Maconi (G. Avai.le, Le antiche chiose anonime all’In/, di D., p. 72), non può esser altri che Arcolano di Squarcia di Riccolfo Maconi, il quale, giá uscito nel 1280 dalla tutela materna, sotto cui era ancora nel ’76, sposò, circa 1 ’ ’83, Mina di m. Niccolò Malavolti; rappresentò piú volte nel Consiglio grande il terzo di S. Martino; partecipò a varie spedizioni militari nell”85 e nell”87, e cadde combattendo nell’imboscata della Pieve al Toppo il 26 giugno ’88 ([G. Maconi], Racc.

di docc. si., I, 84-114; S. Borghesi, ras. P. III. 2 della Comunale di Siena, alla fam. Maconi).

CXXII. — Corzano, piccolo coni, del territorio di Siena ed uno dei dodici vicariati della diocesi. Lo sconosciuto Corzo è forse lo stesso che, col nome di «ser Corso» (un prete?), appare nel son. sg. E la fantasia corre al padre di quel Vivuccio, «nato che fu del piovano di Corsano», di cui al 1346 si narra in una cronaca senese (RR. II. SS., XV, 113).

CXXIV. — Non è identificabile, purtroppo, questo Ciampolino, giá compagno di bagordi e poi nemico fierissimo del p., per la frequenza di quel nome nell’onomastica senese del tempo. Il Banchi pensò ad un Ciampolino de’ Rossi (D’Ancona, op. cit., p. 255, n. 35); il Lisini, ad un Ciampolino di Iacomo Gallerani, emancipalo nel 1295, ma troppo ricco e troppo serio personaggio (fu consigliere del Comune nell’’86) per poter essere confuso col «gavazzatore» amico di C. A me vien fatto di pensare, in via d’ipotesi, ad un Ciampolino d’Angioliero, vivo nel 1318 ed abitante nel popolo di S. Cristofano, dove sorgevano appunto le case della famiglia del p. : forse suo parente (cfr. Scompari intento della Presta del IJ18, ms. dell’Arch. di Stato di Siena, p. 261).

CXXVI. — Tese (Cortese) è, probabilmente, Tese de’ Tolomei, morto tra il 1312 e il T4, e padre d’un Giovanni, che fu rettore dello spedale della Scala (Banchi, Stai. sen. scritti in volt*., III, 166, 17Ó sgg.). — La chiesa di S. Pellegrino, poi distrutta, sorgeva dietro il palazzo de’ Tolomei, che vi avevano le loro sepolture gentilizie, in piazza S. Cristofano.

CXXVIII. — Messer Mino de’ Tolomei. detto Zeppa, soprannome, di cui egli si seccava moltissimo (donde appunto l’insistenza di C. a chia-