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26 xxiii - tenzoni di rimatori perugini

IX

TENZONE TRA SER CECCO NUCCOLI
E CUCCO DI MESSER GUALFREDUCCIO BAGLIONI


I — SER CECCO
Della sua beata vita fuor di Perugia, in compagnia di Bartoluccio.

Sapere ti fo, Cucco, ch’io mi godo,
e traggo vita chiara in alto monte,
e sto con Bartuluccio, chiara fonte,
4che cortesia spande in ogne modo.
Se anguille o ténche o lucci o pesce sodo
si trova in Pròsa, giá non véne al ponte:
ché ’l signor nostro spende piú, che conte,
8che sia in crestentá, per quel, ch’i’odo.
Ode diletto, c’ho, per confortarmi:
ch’andand’io per mangiare a l’uccellerte,
11e’ lascio mò a la porta le greve armi.
E ad ogni gitto fo poi le sucherte;
e tu al Teber vai avvisando i cupi,
14ed io l’ingogliert fo come fan lupi.
Es ist gut got mich hungert:
egli è ’l mio buon signor, di cu’ i’ ho fame,
che spende e spande come fronde in rame.

2 — CUCCO
Interpreta in senso malizioso alcune dichiarazioni di ser Cecco.

Se tu gode, ser Cecco, come conte,
e trai si chiara vita, io ti lodo;
e so’ ben certo, se non erri al modo,
4che tu hai ogne ben, come tu pronte.