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36 xxiv - pieraccio tebaldi

II

Della figura e natura d’Amore.

Amor è giovenetto, e figurato
ignudo ed orbo, co’ feroci artegli,
con volante ali e con corti capegli
4e con turcasso pien di dardi allato.
E sède in equo bianco disfrenato,
c’ha pettoral di cuori uman vermegli;
da’ mezzani e da’ giovani e da’ vegli
8questo signor sempr’è magnificato.
Or vo’contar de la sua propri’essenza:
Amor si non è altro, ch’un desio
11criato sol ne la concupiscenza,
e con volere e con un piacer rio
chiamato Amor, non visto in apparenza,
14del qual ne nasce uno mondano iddio.

III

Descrive la bellezza di una donna.

Il sommo antico mastro Policreto
non pinse mai cosí bella figura,
com’è la vostra, ch’è fuor di mesura,
4si come ch’elli era d’amor discreto.
E io, che sono un suo scolar secreto
e leggo i libri de la sua pittura,
giudico per sentenzia chiara e pura
8che ciò è ver, qual mi veggo, e lo ripeto.
E1 color vostro è a grana e a perla tratto;
cinghiata gola, dolce bocca e naso,
11e ciascun occhio un sol, che volge ratto.
E tutto l’altro, ch’è in voi rimaso,
è si proporzionato e si ritratto,
14come ciascun conviensi nel suo caso.