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xxiv - pieraccio tedaldi 39

VIII

Maledice il giorno, che s’è riammogliato .

El maladetto di, che io pensai
e poi ch’i’consenti’di rammogliarmi.
dovea con tutti i panni sotterrarmi,
4si che vivuto piú non fussi mai.
Ch’i’ho per lei dimoiti affanni e guai,
si ch’i’non veggio con che ripararmi,
se Morte per sua grazia non vuol farmi
8ched e’ le piaccia a sé tirarla ornai.
E, s’ella ciò mi fa, io le perdono
figlioli e padre e quanto ella m’ha tolto:
11e Iddio per me gli ne sia testimòno.
Se io mi bagno di lacrime il volto
veggendo morta lei, quel di, cui sono,
14non mi si mostri mai poco né molto.

IX

Vorrebbe saper morta la moglie.

Qualunque m’arrecassi la novella
vera, o di veduta o vuoi d’udita,
che la mia sposa si fusse partita
4di questa vita, persa la favella,
io gli darei guarnacchia o vuoi gonnella,
cintura e borsa con danar fornita,
e sempre mai ch’i’ dimorassi in vita
8lui servirei con chiara voglia e snella.
E non fui mai cosí desideroso
di congiunger con lei il matrimonio,
11che mi son del partir vie piú goloso.
Se Iddio da lei mi seperrá o ’! demonio,
mai di nessuna non sarò piú sposo
14per carta di notai’ con testimonio.