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frontando i testi da me dati con quelli, riprodotti diplomaticamente per le stampe, dei tre manoscritti principali:

A — Vaticano latino 3793,
B — Chigiano L. VIII. 305,
C — Vaticano Barberiniano latino 3953.

Le stampe diplomatiche di A e di C, l’una a cura di F. Egidi e di altri (Roma, 1908), l’altra di G. Lega (Bologna, 1905), son esattissime e danno affidamento quasi assoluto; quella di B, a cura di E. Molteni ed E. Monaci (in Propugnatore, X-XII, 1877-9), per cui non potrei ripetere simile giudizio, è stata da me collazionata integralmente sul codice. Un quarto manoscritto fondamentale per la presente raccolta è quello contenente i rimatori perugini della prima metá del Trecento:

D — Vaticano Barberiniano latino 4036,
ancora inedito. Soltanto pochi sonetti furono conservati da altri testi a penna, che non sto ad enumerare, essendo date piú oltre, caso per caso, le necessarie indicazioni.

Tutti i sonetti sono riprodotti serbando agli originali il maggior ossequio compatibile con le norme degli Scrittori d’Italia. Rendo conto qui, fra le modificazioni e correzioni introdotte nella lezione manoscritta, di quelle, che abbiano bisogno di qualche speciale giustificazione; delle altre, molto ovvie, cosí come delle varietá tra il testo da me stabilito o accettato e le stampe precedenti, invece, riferisco soltanto quando ciò sia reso necessario dal ragionamento critico.

I

RUSTICO FILIPPI

Il fiorentino Rustico di Filippo d’un altro Rustico di Filippo, soprannominato Barbuto (Docc. d’Amore, ed. Egidi, I, 90), era forse ancor vivo nel 1291 e certo giá sotterra il 23 gennaio 1300 (Federici, Le rime di R. di F., Bergamo, 1899, pp. xiv-xvi). Abitò probabilmente nel popolo di Santa Maria Novella, al quale appartennero tre dei suoi figli: Lapo detto Pentolino, Guccio e Lippo: quest’ultimo ed un quarto, Cantino, sono nominati dal padre nel son. xvii, dov’è fatto ricordo pur delle figlie (cfr. anche il son. i di ser Iacopo da Lèona). Ser Brunetto Latini,