Pagina:AA. VV. - Il rapimento d'Elena e altre opere.djvu/199

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ron parola di prestarsi vicendevole ajuto in caso, che alcuno pensato avesse di soverchiare chi ne fosse giudicato degno, avvisandosi ognuno di provvedere in tal guisa a se stesso, avvegnachè tutti, a riserva d’un solo, ingannati fossero da una privata speranza. Nè alcun di loro andò lontano dal vero intorno alla comune opinione, che d’essa avevano concepita. Poichè quindi a non molto, insorta sul punto di bellezza fra Dee contesa, della quale fu Alessandro figliuol di Priamo Giudice costituito, e promettendogli Giunone l’impero dell’Asia tutta, la vittoria nelle guerre Minerva, e Venere le nozze d’Elena, come un pieno giudizio non poteva prender de’ corpi, abbagliato dalla presenza di quelle Dive, fu obbligato ad esser Giudice de’ doni promessi, e a fronte d’ogn’altra cosa scelse la dimora con Elena, non pel diletto solo, che quindi ne avrebbe tratto, ancorchè ciò al parere d’alcuni savj è una cosa di molt’altre più desiderabile; ma egli ebbe in animo di farsi, e d’esser chiamato parente di Giove. Così con questa elezione si persuase, che molto più onesto fosse, e considerabile sì fatto onore, che ’l regno d’Asia, che i grandi Principati, che le potenze, le quali talvolta dagli uomini di nessun conto son possedute; quand’al contrario veruno de’ posteri non avrebbe mai potuto reputarsi degno d’una tal Donna. Bensì comprendeva, che maggior bene non avrebbe potuto a’ suoi figlj lasciare, che apprestar loro cagion di vantarsi, d’esser eglino per canto paterno,