Pagina:AA. VV. - Il rapimento d'Elena e altre opere.djvu/203

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talento, avvenire. Io mi stupisco pertanto, che alcuno disapprovato abbia l’elezion da lui fatta di vivere con quella Donna, in grazia di cui già molti Semidei avevan voluto morire. O come piuttosto egli non sarebbe stato di poco giudizio, se vedendo le Dee tra loro in contesa per la bellezza, egli la bellezza sprezzata avesse, e non giudicato esser questa il maggiore di tutti i doni, intorno a cui comprendevale sì fortemente appassionate? E chi mai le nozze d’Elena non avrebbe curate, il di cui rapimento cotanta indegnazione cagionò a’ Greci, quanta, se tutta la Grecia destrutta fosse, e tanta superbia a’ Barbari, quanta, se di tutti noi altri si fossero impadroniti. E’ però assai chiaro ciò, che gli uni e gli altri ebbero in mente: imperciocchè essendosi per molte ingiurie scambievolmente provocati, sul rimanente fecero tregua, e guerra per questa sola intrapresero, non pure per la grandezza dello sdegno, ma eziandio per la lunghezza del tempo, e per la moltitudine degli apparati, 1 quale per anco non era avvenuta. E benchè gli uni colla restituzione d’Elena sene sarebbero agevolmente liberati, e gli altri non facendone stima sarebbero nel rimanente del tempo securamente vissuti, nessun di loro ciò volle, ma quelli sopportarono in pace di veder le Città atterrate, e saccheg-

  1. Dicon però, che fossero assai maggiori gli eserciti di Nino, e di Semiramide, e istessamente degl’Israeliti, quando fuggirono d’Egitto.