Pagina:AA. VV. - Lirici marinisti.djvu/251

Da Wikisource.

girolamo fontanella 245

XXX

I PIACERI DELLA VILLA

Ad Isabetta Coreglia

     Pace a voi, pinti augelli,
delicate pianure, alme colline,
ombre fresche, erbe molli, aure divine,
solitari recessi opachi e belli,
alti monti, ime valli, orti fioriti,
rotte balze, erme rupi, antri romiti!
     A voi lieto ritorno,
del mio povero aver contento e pago,
di silenzio e di pace amico e vago.
Deh, tumulto non sia dov’io soggiorno;
qui stia sepolto ogni mio lieto accento;
a la cittá non riportarlo, o vento.
     Porti l’occhiuta Fama,
che d’applausi si pasce e d’alti fasti,
a l’orecchio civil pugne e contrasti:
chi, fra strepiti avvezzo, avido brama
del fiero Marte esaminar gli errori,
legga pugne, oda trombe, ami furori.
     Ma chi, vago de’ boschi,
desia d’amica pace intender carmi,
meco venga tra’ colli e lasci l’armi:
qui, soletto fra rami ombrosi e foschi,
ove l’ombra cader serena io veggio,
riposato nel cor danzo e passeggio.
     Poggio dal piano a l’erto,
e parmi ad ora ad or toccar le stelle
su le cime de’ monti altere e belle.
Pendo nel mio piacer dubbio ed incerto,
e dico, asceso in sí sublime loco:
— D’arrivar sopra il ciel mi resta poco. —