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giuseppe battista 419

XX

SAN MACUTO

che celebra messa in mare sopra una balena

     Sul dorso navigabile del mare
stende d’insane scaglie atra la schiena,
che d’alghe lastricata isola pare
al piú cauto nocchier, vasta balena.
     Qui, curvata d’arazzi illustre scena,
sacro ministro innalza augusto altare,
dove rinova in sacrosanta cena
d’un morto dio le rimembranze amare.
     Troppo cortesi, o belva, avesti i cieli,
mentre su le tue spalle a stuol ch’è pio
voce sacerdotal détta vangeli.
     Del cumano delfino urna d’oblio
le memorie piú vive al mondo or celi,
ch’ei trasse un uomo, e tu sostieni un dio.

XXI

BELISARIO

     Pietá di Belisario! A quella mano,
ch’all’ombra delle belliche bandiere
dispensava stipendi a mille schiere,
porgi mercede, o peregrino umano!
     Della fame lo rode il dente insano
e pur nudrito ha le falangi intere;
stimò termine angusto anco le sfere;
or lo serra di selci antro villano.
     L’oste guidò nel marzïale ardore,
or gli è scorta vil canna; un rege ingrato
diè sí barbara paga al suo valore.
     Chi l’ale della fama ha d’occhi armato,
orfano è d’occhi; e pallido livore
il fulmin della guerra ha fulminato!