Pagina:AA. VV. - Lirici marinisti.djvu/456

Da Wikisource.
450 lirici marinisti

II

LE BELLEZZE DELLA SUA DONNA

     Occhi, bocca, piè, mano e chiome aurate,
bella, fra noi san debellar gli amori;
canti, balli, ardi, atteggi, e reti amate
intesse il crin per catenarne i cori.
     Piè, mani, labra, crin, luci adorate,
moti, voci, lacciol, nevi ed ardori
offrite, alzate, ordite, ornate, armate,
co’ giri, incanti, ardor, lacci e candori.
     Vago è ’l crin, l’occhio, il labro, il braccio e ’l piede
ma ognun empio, inuman, fier, crudo e rio
stringe, strugge, calpesta, impiaga e fiede.
     O crin, piè, mani, o luci, o bocca (oh Dio!),
voi, voi, cinque nemici a la mia fede,
date cinque ferite al petto mio!

III

IL RIVALE

     Naufraghi il vostro gaudio entro i miei pianti
e sian le voci mie tempeste irate,
o del mio cor crudi omicidi, amanti,
ch’ai suon de’ miei sospir, ahi, riposate!
     Poiché, quai fûr le mie speranze erranti,
sian le vostre dolcezze or fulminate;
scagli il ciel contra voi folgori tanti,
quanti per mio dolor baci scoccate.
     Sia la notte che strinse i vostri nodi
eterna notte, e lungamente amara
le vostre luci in ferreo sonno annodi.
     E dritto è ben che d’ogni lume avara
ella, ch’agevolò le vostri frodi,
converta il letto, or profanato, in bara.