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lorenzo casaburi 499

X

PEL RITRATTO DELL’AVO PIETRO URRIES

uditore generale dell’esercito nel regno di Napoli

     È questa quella fronte in cui sen venne
Temi dall’etra a stabilir suoi sogli?
questo è quel ciglio pur, ch’Iri divenne
de’ rauchi fòri a’ tempestosi orgogli?
     questo è quel labro ancor che fiumi e scogli
d’inceppar, d’impennar virtú ritenne?
e questa quella man, ch’arando i fogli
giá gli elmi aviti impoverí di penne?
     Lieto è ’l giusto a sua vista, il reo tremante;
delle vedove afflitte il duol disgombra,
degli orfani consola egro il sembiante.
     Astrea, cui di dolor Lachesi ingombra,
china le luci qui: sará bastante
del mio gran Pietro a serenarti un’ombra.

XI

LE LAGRIME

     Mute oratrici, a mitigar possenti
l’irato re degli stellanti fòri,
e sapete abolir co’ vostri umori
delle sentenze sue gl’impressi accenti;
     di vostre perle i fulgidi torrenti
pagâr dell’alma, anzi annegâr gli errori;
ché se Giove invaghí Danae con gli ori,
innamorano un Cristo i vostri argenti.
     Ei de’ nettari suoi l’alme procelle
pose pe ’l vostro amaro anco in oblio,
per le cui stille abbandonò le stelle.
     Voi dell’ambre assai piú pregiar degg’io;
se l’ariste rapir vantansi quelle,
voi serbate virtú di trarre un Dio.