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Ed ella li rispose: — Po’ch’io sento
il tuo volere, or vo’ che ’l mio tu saccia.
Se tu vói del mio amore esser contento,
d’una cosa ch’i’ ho voglia mi procaccia. —
Disse ’l donzel: — Dite ’l vostro talento,
ché’l non fia cosa, ch’io per voi non faccia,,
e’ sia ad acquistar, quanto vuol, forte,
ch’i’ no’ mi metta per aver la morte. —
5
Disse la donna: — Or vedi, cavaliere,
lá dove fa lo re Artú dimoro,
ha nella sala un nobile sparviere
che sta legato ad una stanga d’oro.
Appresso quell’uccel, eli’è si maniere,
due bracchi stan che vaglion un tesoro,
la carta de le regole d’amore,
dove son scritte ’n dorato colore.
6
E, stu puoi far ch’i’abia quel c’ho detto,
pognam che te sia greve ad acquistare,
infino ad ora ti giuro e prometto
ch’altri che te giammai non voglio amare.
Ed el rispose: —Questo m’è diletto.
Addio, madonna, ch’i’ ’l vo a procacciare! —
E tanto cavalcò dopo ’l connato,
che ’n la selva reai si fu trovato.
7
E, cavalcando per la selva scura,
pervenne a luoghi molt’aspri e crudeli
e poi, pensando sopra sua ventura,
ed una damigella senza veli
l’apparve e disse: — Non aver paura,
ch’i’so dove tu vai, benché tu ’l celi;
ma tu seristi a troppo gran periglio,
se tu da me non avessi consiglio. —