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Vili - BRUTO DI BRETTAGNA
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Ed egli, udendo ciò, guardava fiso
la biondissima e vaga damigella:
a li capelli ch’avea dietro al viso
portava d’òr legata una cordella,
dicendo: — Dama, angel di paradiso,
che luci piu che la Diana stella,
deh, dimmi perch’io vo, se tu lo sai,
e poi ti crederò ciò che dirai ! —
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Ed ella, rispondendo al suo dimando,
a motto a motto tutto gli contòne
com’e perché n’andava, e come e quando
e’ s’era mosso per cotal cagione.
E Bruto disse: — I’ mi ti raccomando
che m’aiuti fornire mia ’menzione.
Oh, dimmi il modo che ti par ch’io pigli,
ch’io no’ mi partirò di tuo’ consigli! —
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Ed ella disse: — Ben t’aterò alquanto,
se per mio senno portar ti vorrai.
Sappi che quel che tu brami cotanto
in nulla guisa acquistar non potrai,
se primamente tu non ti dá’ vanto
d’avere amor di bella donna, s’hai,
piú ch’alcun altro cavalier che truovi,
e per battaglia poi convien che ’l pruovi.
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Ma nel palazzo non potrá’ entrare,
se ’l guanto de l’uccel non hai primieri,
e tu quel guanto non potrá’ ’cquistare,
se non combatti con duo cavalieri,
i quali son posti ’l guanto guardare,
e son gioganti molti arditi e fieri
Se tu gli vinci, non toccar da loro,
ma spicca tu da la colonna d’oro. —