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XIII, 4 «sublunare»: l’emendam. è congetturale.

XIV, io «chelleie», ossia «ch’en leie».

XV, 2 «derida»: vorrá essere una forma d’inf. apocopato derizzá»); — 4 «al» corr. da «a»; — 13 «né de morte»; «né» è sovrabbondante.

XVI, 3 «elloro», ossia «en loro»; — 4 «ipse», 5 «mons»: suppl. congetturalmente;— 8 «cadent».

XVII, 5 «quel»; dev’essere plurale.

XIX, 6 «tno campate»: ho eliminato «mò», che ricorre giá nel v preced.; — io «camutole»: emend. congetturale.

XX, 5 «se» corr. da «te»;— 12 «si» suppl.

XXI, 1 «che machulate», 15 «seran», 17 «saturno»; di facile emendamento.

XXII, 1 «Diteme ser»: da raggruppar meglio le sillabe (cfr. son. XXI, 15); — 4 «enella» = «en(n)ella»;— 12 «ingrengnia», 14 «poterte»; ovvi gli emendamenti.

XXII

SER CECCO NUCCOLI

Notaio e perugino (cosi indicato in D. c. 17 r), fu figlio di un Nuccolo (forma dialettale di «Niccolo») e contemporaneo del Ceccoli, co! quale, come con altri poeti perugini, ebbe corrispondenza.

Il suo attaccamento a Trebaldino Manfredini, destinatario di parecchi suoi sonn. (p. 143 sg.), è indice di relazioni morbose, per non dir peggio. — Ventinove sonn. (non trenta, come disse il Tommasini Mattiucci, Nerio Moscoli cit., p. 2) gli attribuisce D: quanti ne stampò giá l’Allacci (Poeti anf., Napoli, 1661, pp. 217-45); il quale, per altro, trascurò i due di ser C. appartenenti alle tenzz.

VI e XII dei poeti perugini, per accogliere invece una coppia, che nel cod. (c. 75 r) è adespota e che, formando indubbiamente una tenz., potrebbe tutt’al piú appartenere al N. soltanto per metá (sarebbe suo. in tal caso, il son. responsivo «Tacer vorrei, ma pur convèn ch’io sbocchi», giacché nella proposta si accenna ad amori illeciti dell’interlocutore, quali eran quelli del N. per Trebaldino). Si potrebbe forse creder di lui anche il son. «Se io vivesse, dico, ben miU’anni», che in D (c. 76 v) è rimasto adespota, tenendo presente che esso fu aggiunto nel cod., insieme con la ricordata tenz. VI, soltanto dopo che il rubricatore aveva apposto le didascalie, e che appunto perciò rimase, come i due