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Benedetto da Majano, Antonio Rossellino e Mino da Fiesole.

Questi artisti in parte temprati allo stile di Desiderio da Settignano — che attenuò con una forma più gentile e un sentimento più soave il carattere drammatico di Donatello, che doveva accentuarsi in Michelangiolo — furono i più grandi interpreti della serenità della morte nelle loro tombe marmoree.

Il sentimento di tristezza che suscita in noi la gelida figura giacente sul letto, è in alto attenuato dai rilievi della Madonna e degli Angioli, che come una visione di bontà e di grazia portano all’estinto la felicità eterna della vita celeste.

Le tombe di Sigismondo e di Barbara Manfredi eseguite da Benedetto da Majano nella chiesa di S. Girolamo a Forlì, la tomba del cardinale Giovanni di Portogallo di Antonio Rossellino nella chiesa di S. Miniato al monte a Firenze, quella di Bernardo Giugni e del conte Ugo di Mino da Fiesole nella Badia a Firenze, attestano le luminose doti scultorie e decorative nell’arte funeraria dal 1427 al 1497.

Anche i pulpiti, che Nicola Pisano scolpì sentendo il naturalismo attraverso le classiche tradizioni greche e romane, che il figlio Giovanni vide e copiò direttamente dalla Natura, diventano, con Benedetto da Majano, Rossel-