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tondo famoso della Galleria degli Uffici. Nella tavola della Badia seguirà un’altra forma con le dita più corte e staccate e più forti nelle giunture.

Gesù bambino guarda con un po’ di diffidenza S. Caterina e col braccino alzato fa l’atto di stringersi al collo della Madonna. Non ho mai visto un bambino più fiorente e più grazioso; i suoi occhioni sono profondi, la boccuccia sembra fatta di petali di rosa per essere ripetutamente baciata.

Il pennello di Filippino sembra aver portato con sè un soffio di vita e che abbia reso le carni così soffici e paffute che una mano palpandole vi affonderebbe come in un cuscino di piume. Sotto al mento, sotto le ascelle, intorno ai polsi si disegnano nella pelle quelle pieghe così caratteristiche in certi bambini grassi.

Un velo avvolge in un delicato panneggiamento il corpo grazioso, lasciando liberi il torace, le braccia e le gambe. Una manina è appoggiata su di un globo sormontato da una croce che la Madonna gli porge.

Il gruppo celeste si stacca su un fondo di cielo con nuvolette che portano dei cherubini adoranti.

Nella testa di S. Caterina, nello spessore del muro che si stende ad arco, la grazia e la